Il mondo della politica nella Repubblica di San Marino è in fibrillazione da quando si è scoperto che i pm della Repubblica Italiana hanno racimolato -e, forse, stanno racimolando- una caterva di intercettazioni telefoniche.
I pm italiani stanno rompendo le scatole ai politici.
Qui, per tenere tutto nascosto, sono sempre bastati i ricatti incrociati unitamente al segreto giudiziario.
Dentro San Marino si sta ben attenti a che non emerga nulla. Peggio che ai tempi del Consiglio Principe e Sovrano.
Nell'ordinario, infatti, non si può sapere nemmeno quel che un singolo consigliere ha detto su un determinato argomento: il Consiglio non fa gli atti. Ci sono solo registrazioni audio non accessibili al cittadino comune.
Inoltre abbondano le sedute segrete.
Sono segrete anche le somme spese dallo Stato per tacitare i filibustieri delle banche per un peso finanziario su ciascun sammarinese di 5-6 mila euro.
Di fatto, in questi giorni, è stato secretato anche il dibattito in Commissione finanze sulla legge di riforma tributaria.
Perfino la stessa Agenzia Dire non fa i resoconti degli interventi.
I cittadini non devono sapere, ad esempio, come la cerchia (o casta) impedirà la trasmissione automatica dei dati fiscalmente utili all'Ufficio Tributari. E, in generale, come si eviterà ai soliti furbi il fastidio di pagare, che è proprio dei fessi (patrimoniale docet: niente dati on line!).
Come il Segretario di Stato Felici combatte l'evasione fiscale. Da Roberto Morini