La lunga sessione del Consiglio di fine anno si è aperta ieri a San Marino con la celebrazione della giornata contro la corruzione.
Proprio in questi giorni si scopre essere la Repubblica di San Marino non solo la Terra dei Fuochi della corruzione italiana, ma essa stessa una nazione corrotta, come sta emergendo, fra l'altro, dal Conto Mazzini e contorni vari.
La corruzione, a San Marino, è stata denunciata tante volte. Invano.
Nella prefazione del libro "Quando non tacere è un dovere" (Marino Cecchetti, 2003), si legge: "Al governo si è avuto un girotondo di politici,
i quali, diversamente dai loro predecessori antichi e meno antichi, in genere
hanno brillato per l’assenza di qualsiasi idea guida e per la scandalosa
disponibilità a farsi corrompere. In un breve arco di anni si è fatto scempio
della identità sammarinese, privandola della sua stessa anima.
Si è dilapidato
senza remore tanta parte del patrimonio accumulato dalle generazioni precedenti
in secoli di faticoso impegno, fino a pregiudicare l’avvenire stesso della
comunità".
Invano fu sollecitata fin dal 2006 l'adesione del Paese alle convenzioni internazionali in materia, presso la Reggenza pro tempore (gli Ecc.mi
Capitani Reggenti, S.E. Antonio Carattoni e S.E. Roberto Giorgetti).
Nel 2008 -dopo una denuncia pubblica nel 2007- furono presentate due Istanze d'Arengo.
A seguito di tante sollecitazioni, fu costituito un gruppo di lavoro per l'adesione al Greco (Gruppo di Stati del Consiglio d'Europa, che si batte contro la corruzione) e fu finalmente deliberata detta adesione. Senza formalizzarla, però.
Nel 2009 fu costituito un altro gruppo, non ritenendo sufficiente il lavoro del primo. In effetti l'adesione al Greco ebbe luogo solo nel 2010, dopo che da mesi sul sito della organizzazione la Repubblica di San Marino veniva additata come la pecora nera nella lotta alla corruzione a livello mondiale.
A tutt'oggi l'iter dell'adesione al Greco non è conclusa.
Ancora, inoltre, deve essere presa la decisione di aderire alla Convenzione dell'Onu. Intanto si festeggia, senza, ovviamente fare nulla in concreto.
Anzi peggio: la nuova tributaria, all'ordine del giorno dello stesso Consiglio, garantisce la opacità sui redditi occulti.
Infatti, per mantenere il fenomeno
dei nababbi nullatenenti, è vietata la trasmissione automatica
dei dati
fiscalmente utili all'ufficio tributario.