Che la Repubblica di San Marino sarebbe stata fuori dalla black list, di cui al decreto incentivi del ministro italiano della economia Giulio Tremonti, i politici sammarinesi lo davano per certo ancor prima che detta lista venisse pubblicata. Poi si disse che San Marino era finito dentro per errore. Poi che vi si sarebbe posto subito rimedio.
Invece San Marino c'è finito dentro ed ancora c'è dentro nonostante le ripetute assicurazioni sulla uscita sempre data per imminente. Con tanto di presa per i fondelli come le dichiarazioni della parlamentare Marta Dassù.
Oggi il capo delegazione del FMI ha detto che l'accordo contro le doppie imposizioni era solo uno degli ostacoli da superare. Insomma ce ne sono degli altri. Forse lo scambio automatico delle informazioni senza se e senza ma.
Dello stesso parere è anche il Segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici, a quanto ha dichiarato a La Tribuna Sammarinese: "ci troviamo di fronte a una istruttoria tecnica che si deve ultimare, speriamo in tempi brevi. Se ci fosse una data certa o una scadenza lo diremmo".
Il vero ostacolo è la non trasparenza che la classe politica vuole continuare a mantenere. Non per proteggere l'economia, ma perché i nababbi nostrani rimangano nullatenenti per il fisco sammarinese.